Ciò che unisce la famiglia Ceccarelli da generazioni è l’amore per la terra e la condivisione di valori che contraddistinguono la gentilezza, l’affabilità e la completa dedizione alla loro Azienda , di Pierluigi e di suo figlio Sergio.
Nel cuore della Sabina, a pochi chilometri dall’affascinante abbazia di Farfa e in quei luoghi dove le leggende della storia si confondono con i racconti degli anziani lungo le vie dei paesi, si estende la proprietà Ceccarelli.
Oltre cento ettari di terra coltivati in massima parte con uliveti (si contano a perdita d’occhio circa sedicimila piante di ulivo delle varietà autoctone di frantoio, leccino e carboncella, alcune delle quali centenarie, altre reimpiantate dopo la gelata che ci fu in gran parte dell’Italia nel 1985); frutteti di ciliegie, albicocche, pesche, melograni e cachi melo; ben tre ettari di vigneti dove la famiglia con passione produce anche grechetto, montepulciano e sangiovese.
Vengo accolta nella dimora familiare in una bella giornata di sole.
Accanto, in una sorta di continuità e di riservatezza, ci sono il frantoio, moderno a ciclo continuo con estrazione meccanica a freddo, lo stabilimento per l’imbottigliamento e l’etichettatura.
Mi colpisce fin da subito la pulizia, l’organizzazione e le indicazioni che veicolano sia i professionisti che gli ospiti i passaggi e gli ambienti dell’Azienda.
L’olio evo “Colle San Lorenzo” è il blend Sabina Dop che ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui, nel 2015, il Premium List Expo all’Ercole Olivario; nel 2016 l’attestazione per la qualità aziendale e di produzione“Optimates Sabinae”; nel 2017 il secondo premio come miglior olio di fruttato medio Sabina Dop al concorso Ori del Lazio.
All’esame olfattivo il profumo di erbe aromatiche, pomodoro e carciofo, si apre anche a sentori balsamici e di pepe bianco.
“Colle San Lorenzo” conferma, nel gusto, i sentori erbacei e di buona vegetalità con un piccante ed amaro sostenuti e in equilibrio tra loro.
L’olio ha un sapore persistente e pulito in bocca, con un retrogusto di “spremuta” d’oliva piacevole nella sua armonia e rotondità.
Perfetto in abbinamento con zuppe vegetali, di legumi e di cereali, carni rosse, verdure alla griglia, ottima base per sughi semplici o più complessi come il ragù.
Non può mancare in abbinamento con una bruschetta calda e strofinata all’ aglio rosso.
Di importanza non indifferente è anche il frantoio di proprietà familiare che l’Azienda utilizza per la produzione del proprio olio evo e anche per conto terzi.
Il frantoio Pieralisi serie Oro vanta un estrattore a due fasi che produce una sansa disidratata ideale per l’utilizzo agronomico e l’alimentazione zootecnica.
In questo modo il Frantoio Ceccarelli garantisce un olio extravergine d’oliva di alta qualità in una prospettiva di ottimizzazione delle risorse e con uno sguardo attento alla biodegradazione e al rispetto della natura.
Dopo aver visitato l’azienda Sergio mi accompagna a vedere l’ulivo millenario di Canneto Sabino: 15 metri in atezza e una circonferenza di tronco di oltre 7 metri e di circa 30 per l’intera chioma stessa.
Si racconta che l’albero possa risalire addirittura all’epoca di Numa Pompilio, re di Roma e originario della Sabina.
Ma se l’esistenza dell’ulivo di Canneto Sabino non è accertabile in quelle date da fonti storiche, sicuramente storiografi importanti hanno scritto dell’eccellenza olearia della Sabina: scrivono della sua produzione e prelibatezza gustativa autori come Marco Terenzio Varrone nel suo “De Re Rustica”.
Sergio mi racconta la storia della sua famiglia, di suo nonno Geremia e dell’impegno profuso in ogni anno di raccolta.
Ha una bella famiglia Sergio, unita e che ha il sapore antico di buono: come l’olio che produce infaticabilmente da oltre settantanni e che incarna il volto della tradizione olearia sabina in Italia.